It’s my life e Such a Shame.
Chi non conosce questi due brani? Erano di un gruppo musicale inglese in voga negli anni ottanta.
Inizialmente era sulla scia neo-romantic come i Duran Duran e i Spandau Ballet.
Si chiamavano Talk Talk. L’eminenza grigia di quella band era Mark Hollis.
Un vero genio musicale, un talento assoluto, un anti-pop star per eccellenza, sempre lontano dai riflettori.
Nel video di Such a Shame si notava per l’abito pesante, il berretto di lana calato in testa e le orecchie a sventola in evidenza.
Mark Hollis e i Talk Talk sono stati un gruppo difficile da incasellare in un genere.
I brani di Mark Hollis erano un mosaico di suoni irregolari, sincopati e sognanti spesso eterei ed eleganti con sfumature jazz. La voce malinconica che scivolava morbida tra le note.
Hollis inizia dalla scena punk, registra qualche demo con una band chiamata The Reaction, quasi contemporaneamente fonda i Talk Talk e il successo arriva con i due album It’s my life e The Color of Spring.
La vena esplorativa di Hollis portò i Talk Talk verso dischi dove si fondono diverse contaminazioni, territori inesplorati fatti di momenti jazz, psichedelia, progressive, ambient e blues.
Pubblica con i Talk Talk, altri due album, Spirit of Eden e Laughing Stock capolavori inascoltati che si disinteressano totalmente del mercato discografico.
Hollis; come ultimo testamento, ci lascia nel !998 l’unico e splendido omonimo disco solista, un lavoro cupo e intimo considerato semplicemente un capolavoro della musica contemporanea.
Anticipatore del post-rock si addentra nell’avanguardia.
Autore di ricerca musicale, di grande ispirazione, sceglie di vivere la libertà artistica senza curarsi dell’aspetto commerciale.
Hollis si dissolve lentamente in sonorità minimali, la voce si limita a sussurrare e si dissolve.
Un artista senza tempo che sceglie di scomparire, di essere un buon papà invece che di andare in tour.
Mark Hollis sapeva creare come nessun altro, di questi tempi è un musicista che manca tantissimo.
Mancano, principalmente, i suoi gesti di rottura, la sua ombra, il suo silenzio, il suo mettersi seduto al pianoforte.
Se n’è andato a soli 64 anni raggiungendo definitivamente l’eden.
Gianbattista Roccato
Grande Zio...