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LITFIBA – La trilogia del potere

I Litfiba possiamo dire di conoscerli, bene o male, un po' tutti.

Alzi la mano chi non ha ascoltato almeno per una volta un brano dei Litfiba, soprattutto magari quelli estratti dai dischi di maggior successo commerciale.

Canzoni come Eldiablo, Cangaceiro, Regina di cuori, Spirito, Ritmo #2,Prima guardia e tante altre appartengono davvero a tutti.

Ma i vecchi fan adorano i Litfiba soprattutto per i primissimi lavori, quando erano una band non ancora conosciuta a livello nazionale.

Intanto… il nome Litfiba da dove arriva???

Il nome della band nasce dall'ipotetico indirizzo telex della sala prove utilizzata dalla band sin dagli esordi, situata a Firenze in Via de’ Bardi n. 32: "L" (prefisso sistema Iricon) -"IT" (Italia) -"FI" (Firenze) -"BA" (via de' Bardi).

Il primo EP della band Litfiba è del 1982 seguito poi da altri EP.

All’epoca la band non aveva ancora una struttura ben definita e l’attività era prevalentemente live, con esibizioni nei pochi locali dove all’epoca si poteva fare musica dal vivo.

Le sonorità del gruppo all’epoca erano molto influenzate dal punk, dal dark e dalla nascente new wave (generi musicali all’epoca molto in voga nel panorama musicale italiano).

Dopo diversi cambi la line up della band acquista la sua fisionomia stabile. All’epoca (1982-1983) la band è formata da Piero Pelù (voce) – Ghigo Renzulli (chitarre) – Gianni Maroccolo (basso) – Antonio Aiazzi (tastiere) – Francesco Magnelli (pianoforte) – Ringo De Palma (batteria).

Dopo i primi dischi e dopo moltissimi live (soprattutto nella loro terra, la Toscana) i Litfiba danno alle stampe tre dischi importanti, che passeranno alla storia come i dischi della “Trilogia del potere”.

Il primo disco della trilogia è Desaparecido, pubblicato nel 1983.

Il disco presenta un sound che unisce la musica new wave con sonorità e melodie che rimandano alla musica mediterranea.

Quello che però colpisce da subito sono i testi, dove troviamo concetti come il rifiuto della violenza e l’antimilitarismo (sempre presenti nei testi dei Litfiba anche in tutte le produzioni degli anni 90).

A mio avviso il disco “più politico e sociale” di tutta la produzione dei Litfiba, così come lo sarà Terremoto a metà degli anni 90.

Fanno parte di questo disco canzoni come Lulù e Marlene, Eroi nel vento, Istanbul e Tziganata.

Al disco segue un tour promozionale che porterà la band a girare tutta l’Italia.

Durante il tour sono da ricordare importanti collaborazioni musicali (la canzone Amsterdam con i Diaframma) e la pubblicazione dell’EP Transea.

Finito il tour i Litfiba tornano in studio per la creazione del nuovo disco il quale, nel tempo, sarà considerato da molti (io in primis) quello più ambizioso, competo e di maggior impatto della band fiorentina.

Nel 1986 esce 17 Re, il secondo album della trilogia del potere.

Un album che unisce sapientemente la musica dark, il punk, il rock e il folk.

Fanno parte del disco brani come Gira nel mio cerchio, Ballata, Resta, Cane e Apapaia.

Il successo commerciale è ancora maggiore di Desaparecido e il tour che ne segue fu un vero trionfo, tanto che proprio dal quel tour i Litfiba daranno alle stampe il loro primo disco dal vivo 12-5-87 (aprite i vostri occhi).

Questo disco, a distanza di anni, è ancora considerato da tutti come il vero capolavoro dei Litfiba.

Nel 1988 arriva il terzo ed ultimo album della trilogia del potere, ovvero Litfiba 3.

Anche in questo disco, come nei due precedenti, i testi affrontano tematiche riconducibili al rifiuto di ogni totalitarismo.

Il disco è il primo in Italia ad essere registrato interamente in digitale.

Il sound del disco è simile a 17 Re e quindi, per l’ultima volta nella loro produzione musicale, troviamo musiche con influenze dark e new wave.

Le canzoni di maggior spessore sono Ci sei solo tu, Santiago, Paname, Bambino e Tex.

Tre dischi davvero ricchi di tante cose che hanno consacrato i Litfiba all’attenzione del grande pubblico italiano.

Purtroppo, a mio avviso, molte canzoni facenti parte di questi tre dischi sono state abbandonate nelle scalette dei concerti degli anni 90 e 2000 fatte poche eccezioni come Tex, Gira nel mio cerchio, Resta.

L’alchimia della band, ma soprattutto l’alchimia del duo Renzulli – Pelù, all’epoca era davvero perfetta.

Sicuramente un fan che ascolta questi dischi dopo aver ascoltato la produzione dei Litfiba dagli anni 90 in poi (ovvero dopo la svolta rock) resterà spiazzato, farà molta fatica a riconoscere i Litfiba.

Tuttavia, come spesso accade nelle discografie dei grandi gruppi, questi dischi devono essere contestualizzati al periodo storico (prima metà degli anni 80) di realizzazione, quando la scena musicale italiana ed europea era ancora molto influenzata dal punk degli anni 70 e dalla nascente new wave, dove elettronica e synth creano sonorità molto particolari.

La voce di Pelù sembra ovattata, assolutamente lontana dalla voce tagliente e potente dei dischi che arriveranno dopo, già a partire da Pirata del 1989.

Va dato merito ai Litfiba di aver realizzato in sequenza tre dischi con strutture musicali non banali ma soprattutto con testi di una profondità e poesia di assoluto spessore e livello.

Dopo il già ambizioso concetto della trilogia del potere (dominata ripetiamo da un sound dark, punk e new wave) la band virerà nella seconda parte degli anni 80 verso un suono più rock e un altro progetto altamente ambizioso.

Infatti dopo la “Trilogia del potere” ci sarà la parentesi di Pirata nel 1989 che anticiperà la famosa “Tetralogia degli elementi”.

Ma questa è un’altra storia ……


Enrico Grillo


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